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Il meglio dell’editoria indipendente

Filippo Taddia Edizioni Clichy

Viaggio al termine della bozza: la comunicazione di una casa editrice

30/05/2024
Reading time: 4 minuti
Viaggio al termine della bozza: la rubrica che vi porta a conoscere le diverse figure professionali all'interno di una casa editrice.

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta delle persone che lavorano sui libri prima che diventino libri con Filippo Taddia, responsabile della comunicazione e social media manager di Edizioni Clichy.

Raccontaci un po’ una tua giornata tipo nell’ufficio di Clichy. Di che cosa ti occupi?

Io mi occupo per mestiere di social e comunicazione digitale in ambito editoriale e culturale. Seguo case editrici, festival, scrittori, eventi perlopiù legati al mondo del libro e dell’editoria. Lavoro come freelance, quindi in realtà non tutti i giorni sono nella redazione di Clichy, ma quando ci sono il mio lavoro è soprattutto quello di allineare la comunicazione e promozione digitale alla programmazione editoriale.

Con alcuni mesi di anticipo analizziamo insieme alla redazione e all’ufficio stampa i titoli in uscita, gli eventi, le fiere a cui prenderemo parte e “mettiamo ordine” nel flusso delle cose, creando contenuti, coinvolgendo per tempo autori, autrici, illustratori, illustratrici, traduttori, traduttrici e cercando fra di noi e con loro di far “esplodere” ognuno dei nostri titoli, sia per i grandi che per i piccoli. Cerchiamo di raccontare cose che vadano oltre la trama e dentro le ragioni più profonde per cui le storie vengono scritte. Se sono belle storie (e noi per fortuna ne abbiamo tante) hanno certamente il potere di cambiare la vita alle persone.

Filippo Taddia, responsabile della comunicazione e social media manager di Edizioni Clichy.
Filippo Taddia, responsabile della comunicazione e social media manager di Edizioni Clichy

I social hanno ormai un ruolo imprescindibile nella comunicazione editoriale. Quali sono le tendenze che stai notando e come sono cambiati i contenuti digitali dopo la pandemia?

I social rappresentano una vetrina di straordinaria importanza, soprattutto per le case editrici indipendenti, perché sono luoghi di facile accesso, più economici dei mezzi di promozione tradizionale, creativi e capaci, come mai prima d’ora, di mettere in relazione diretta la casa editrice con il pubblico dei suoi lettori. Quest’ultima credo sia la più grande fra le rivoluzioni che i social hanno portato.

La pandemia ha “costretto” molte case editrici a dedicare al digital un’attenzione nuova e più professionale, con la conseguenza che la qualità dei contenuti è aumentata, è cambiata (vedi, ad esempio, il passaggio dalla centralità fotografica a quella video-reel) e si è cominciato a capire che gestire i social non è una spesa ma un investimento e che i social rappresentano un linguaggio specifico, una voce che deve essere affidata a professionisti del settore.

  • Il tuo libro del cuore di Clichy: Il mio libro preferito Clichy è Il libro dei libri proibiti. Come ho scritto nella mia presentazione sul sito, mi piace pensare che la rete e i social siano anche un luogo dove le idee, anche quelle pericolose, corrono veloci e incontrollate. Un tempo “bastava” bruciare i libri, oggi non è più sufficiente. Mi sembra un aspetto emozionante e di grande responsabilità per chi scrive, pubblica o, come me, favorisce la viralità delle idee.
  • Definisci Clichy con due aggettivi: elegante, senza dubbio. E aggiungerei irriverente che è, in fondo, una sfumatura coraggiosa: non ha paura, se si trova davanti a una bella storia, di pubblicarla, anche se è all’apparenza difficile.
  • La tua fiera preferita: le fiere mi piacciono tutte 🙂 ma per Testo Firenze ho un debole… dovendo dire è lei la mia preferita.

Se tu fossi un personaggio di un romanzo di Clichy, quale saresti?

Da anni Clichy pubblica i fantastici albi illustrati di Sam Usher che ruotano tutti attorno a una medesima struttura narrativa: un nipotino annoiato, spesso costretto in casa da condizioni atmosferiche avverse (gli albi si intitolano Pioggia, Neve, Temporale e così via) e un nonno che lo convince a sfidare il meteo e la noia uscendo di casa per intraprendere avventure che si rivelano, pagina dopo pagina, sempre più fantastiche, finché i due non rientrano a casa stremati e si concedono una cioccolata calda ristoratrice!

Beh, se io fossi un personaggio Clichy vorrei essere proprio quel nonno, sempre pronto a lasciare ciò che è comodo e noioso e lanciarsi in ogni nuova meravigliosa sfida che la vita gli pone davanti. Anche se piove…

Che consigli daresti a chi volesse aprire un blog o un profilo social per parlare di libri?

Essere sinceri. Essere sé stessi. È l’unico vero segreto che esiste nel mondo dei social.

Potete trovare quest’intervista anche nel nostro magazine blurb! all’interno della Box 17 dedicata alla casa editrice Clichy.

rocio
Rocio Marian Ciraldo

Italoargentina nomade ma trasferitasi nella terra dei tortellini e di Lucio Dalla. Ha una vita monotematica in cui o pensa ai libri, o soppalca una quantità allarmante di libri nelle mensole di casa, o scrive di libri. Ama i noir malinconici di Jean-Claude Izzo e la letteratura latino-americana.

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