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Alla ricerca (di diritto) d'autore

Alla ricerca (di diritto) d’autore

13/12/2024
Reading time: 5 minuti
Il diritto d'autore, assieme alla libertà di stampa, rappresenta il faro del lavoro editoriale. Approfondiamo questa fondamentale tutela legale per autori ed editori.

Cos’è il diritto d’autore, chi tutela e come viene utilizzato nei contratti editoriali.

Nei miei precedenti articoli, approfondendo il tema del costo dei libri, ho fatto riferimento anche ai diritti d’autore, cioè al compenso che la casa editrice riconosce a chi ha scritto il libro. Forse qualcuno si sarà anche un po’ sorpreso del fatto che questa percentuale del prezzo di copertina sia in media un numero a una sola cifra. Ma capiamo intanto che cosa si intende per “diritto d’autore”.

Sono infatti solo due parole ma in realtà comprendono un articolato strumento giuridico che ha lo scopo di tutelare e valorizzare le opere creative, cioè opere frutto del lavoro intellettuale. La musica, il cinema, il teatro, le opere radiotelevisive, la lirica, la letteratura e le arti figurative: tutte le opere che nascono da un’idea, dall’ispirazione, dalla creatività e vengono tutelate da questo insieme di norme.

Bisogna inoltre sapere che i diritti d’autore sono di due tipi: morali e patrimoniali. I primi nascono automaticamente insieme all’opera e sono irrinunciabili, invendibili e illimitati nel tempo. Questi sono il diritto alla paternità dell’opera, alla sua integrità, diritto di inedito e anche di pentimento. Facciamo qualche esempio: l’autore ha il diritto che il suo nome venga associato all’opera, che questa non venga modificata senza il suo consenso, può impedirne per sempre la pubblicazione oppure può ritirare l’opera dal commercio in caso di gravi ragioni morali.

I diritti patrimoniali invece riguardano lo sfruttamento economico dell’opera da parte dell’autore, questi diritti possono essere trasferiti a terzi o vi si può rinunciare. In ogni caso, scadono decorsi i settant’anni dalla morte dell’autore. Ricapitolando con un esempio: la Divina Commedia sarà per sempre un’opera di Dante Alighieri (diritto morale alla paternità), ma la sua pubblicazione non comporta più alcun compenso (diritto patrimoniale) né allo scomparso poeta, né ai suoi eventuali eredi poiché sono decorsi i termini previsti dalla legge.

Il contratto che lega editore e autore riguarda quindi i soli diritti patrimoniali e solitamente prevede la possibilità per la casa editrice di pubblicare in maniera esclusiva per un certo periodo di tempo (in media 5-7 anni) e all’interno di un certo mercato l’opera di quell’autore.

Come mi ha gentilmente spiegato Andrea Gessner, editore di Nottetempo, i contratti oltre a prevedere la percentuale di royalty ed eventuali anticipi, includono anche dei “diritti accessori” come ad esempio il diritto di prelazione e i diritti economici nel caso in cui il romanzo diventasse un audiolibro, un e-book, un film o una serie televisiva. La prelazione in realtà è spesso solo un accordo secondo il quale l’autore si impegna a far leggere una sua nuova opera allo stesso editore. L’opera potrebbe anche trovare una collocazione più adeguata in una casa editrice diversa: questo dipende proprio dalla specificità di ogni catalogo editoriale.

Quanto spetta quindi all’autore? Paolo Primavera, editore di Edicola Ediciones, mi suggerisce che le percentuali riconosciute agli autori vanno in genere dall’8% al 12% (20-25% sugli e-book) e spesso sono associate a scaglioni di copie vendute. Su questo tema Andrea Gessner aggiunge che la presenza di agenti letterari non influisce molto su questo range che invece dipende dalla notorietà dell’autore e quindi dalle prospettive di vendita del libro.

Queste percentuali di royalty sono abbastanza allineate sia per gli autori italiani che stranieri, sebbene in quest’ultimo caso per la casa editrice si aggiunga il costo per la traduzione del testo, ma può capitare che le istituzioni del paese d’origine dell’autore abbiano in corso dei programmi di sostegno alla traduzione in grado di coprire in parte tali costi.

Va inoltre specificato che i contratti solitamente prevedono il pagamento delle royalty sul numero di copie effettivamente vendute, ovvero le copie immesse sul mercato (esclusi omaggi) meno le copie rese dalle librerie o quelle distrutte. Questi dati vengono registrati dall’editore con un rendiconto a fine anno, ma per una maggiore sicurezza l’autore può chiedere l’apposizione del bollino SIAE: quel contrassegno adesivo che a volte troviamo sulla quarta di copertina e che indica un codice progressivo e i dati dell’opera. Ovviamente il contrassegno rappresenta un costo aggiuntivo, che però dà diritto all’autore di chiedere la risoluzione del contratto per inadempienza, qualora trovasse sul mercato copie senza contrassegno.

I contratti delle case editrici di medio-grandi dimensioni possono anche prevedere il pagamento delle royalty all’autore sulla base del numero di copie che l’editore stabilisce per la prima tiratura, indipendentemente dal fatto che queste vengano poi vendute o meno. Ovviamente questa soluzione favorisce l’autore, anticipando il suo compenso che viene mantenuto al riparo da eventuali rischi commerciali che ricadono interamente sull’editore.

Se da un punto di vista meramente economico le royalty sono un costo per la casa editrice, al pari dei costi per la traduzione, l’impaginazione, la stampa e la distribuzione di un libro, vanno anche considerate come il riconoscimento da parte di un editore della qualità di un’opera e del lavoro del suo autore. In questo settore esistono tuttavia operatori che, sfruttando il desiderio degli aspiranti scrittori di vedersi pubblicare il proprio libro, non si fanno scrupolo a non riconoscerle o addirittura a chiedere contributi per la pubblicazione.

Senza alcuna vena polemica, ma con la curiosità di un lettore che ama i buoni testi, ho chiesto ai due editori se questo tipo di comportamento non provochi anche un impoverimento della qualità dei libri sul mercato, oltre che una forma di concorrenza sleale verso le case editrici che pagano i diritti d’autore.

Entrambi mi hanno spiegato che la qualità dell’editoria dipende da molti fattori tra i quali l’attenzione della redazione, la capacità di sviluppare un catalogo di progetto, la costruzione di un piano editoriale. Il diritto d’autore, assieme alla libertà di stampa, rappresenta il faro del lavoro editoriale perché tutela e dà da vivere in primo luogo agli artisti, ai creatori e, in secondo luogo, a chi li produce e li valorizza.

La quotidiana battaglia per una casa editrice si combatte quindi su più fronti, con coraggio e determinazione, soprattutto quando alle spalle non ci sono grossi capitali da investire. Si devono fare passi attenti e ponderati cercando di realizzare idee di qualità in riferimento al proprio pubblico di lettori.

“The Dark Side of the Book” pubblicato su blurb! #19 – Novembre 2024

Irene Pavan
Irene Pavan

Sono una lettrice compulsiva e scrittrice notturna, alla perenne ricerca di ricordi smarriti adoro la storia e le storie. Alcuni miei racconti sono stati pubblicati in riviste letterarie e antologie, il mio primo romanzo mi ha cambiato la vita per sempre.

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