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Recensione del romanzo Eredità di Miguel Bonnefoy

Eredità, di Miguel Bonnefoy

01/11/2023
Reading time: 5 minuti
Il romanzo "Eredità" di Miguel Bonnefoy è una cronaca appassionante della famiglia Lonsonier, ricca di personaggi memorabili che lasciano il segno nella storia di Santiago del Cile.

La cronaca di una famiglia nella terra del realismo magico

Il romanzo Eredità è ambientato in America latina, terra di scrittori onirici

Il mio amore per la letteratura latinoamericana nasce quando, alle medie, mi sono imbattuta per caso in un romanzo per ragazzi di Isabel Allende, La Città delle Bestie, che immediatamente mi ha catturata non solo per la storia onirica, ma anche e soprattutto per la splendida ambientazione, piena di sole e di verde e di vita, così potente e calda da farmi sentire immersa nella foresta amazzonica, sulle tracce di antichi artefatti e misteriose tribù.

Si può dire che in Eredità, un evocativo e splendido romanzo familiare di Miguel Bonnefoy edito da 66thand2nd e contenuto nella Box 14, ho sicuramente ritrovato quell’ambientazione solare e potente che tanto mi aveva già conquistata nel romanzo dell’autrice cilena.

Santiago del Cile fa da sfondo a Eredità, cronaca familiare di Miguel Bonnefoy
Santiago del Cile fa da sfondo a Eredità, cronaca familiare di Miguel Bonnefoy

Le cronache dei Lonsonier

Il romanzo Eredità racconta di tre generazioni della famiglia Lonsonier, il cui patriarca, emigrato dalla Francia a fine Ottocento, si stabilisce a Santiago quasi per caso, riuscendo a crearsi la propria fortuna e garantire un futuro benestante alle future generazioni in una sorta di “American Dream” traslato però in Sud America.

Ogni generazione ha i suoi personaggi, che come attori si muovono attraverso le pagine in una danza che ce li mostra umani, molto vicini, eppure mitici nelle loro imprese che li portano, ognuno per un motivo diverso, alla grandezza e li incide nella storia familiare in modo indelebile.

C’è Therese, che con la sua esuberanza ed energia guarisce il reduce di guerra Lazare dalle ferite che il trauma del primo conflitto mondiale gli ha scavato dentro; c’è la loro imprevedibile figlia Margot, bambina timida e introversa che diventa pilota di incredibile talento, e il figlio di lei, Ilario, il rivoluzionario, la figura più carismatica di tutto il romanzo, un giovane appassionato e pieno di idee in un periodo storico del Cile durante il quale avere opinioni differenti da quelle approvate dal governo ufficiale significa andare incontro a morte quasi certa.

L’eredità dei protagonisti della Storia

Ogni personaggio del romanzo Eredità è protagonista della propria vita e in un certo senso anche della Storia in cui vive: non sono scialbe marionette che esistono per portarci avanti passivamente nel romanzo, ma sono attori protagonisti, tutti luminosi a modo loro, vivi e vibranti, che si muovono sullo sfondo di una Santiago che cambia e si evolve con loro, offrendoci un connubio molto accattivante tra cronaca familiare e Storia reale come in un film.

Personalmente, ho amato il personaggio di Margot più di tutti: una ragazzina timida e determinata, che si rifugia ossessivamente nella sua passione per l’aviazione fino a diventare una vera e propria leggenda nel campo, sfidando pregiudizi e guerre con lo stesso solido coraggio e testardaggine. Per certi versi Margot è un’icona moderna, una donna in carriera, una che non si lascia fermare dalle difficoltà e dai limiti imposti da altri e che stupisce per questo suo carattere di ferro sotto un’apparenza quasi insignificante, agli antipodi rispetto alla madre Thérèse, donna bellissima e vibrante che non si riesce assolutamente ad ignorare.

Il realismo dei Lonsonier

La narrazione di Bonnefoy è inoltre una di quelle che catturano immediatamente, precipitando il lettore nella storia senza eccessive divagazioni in presentazioni o antefatti, ma riuscendo comunque ad accompagnarci attraverso la lettura, come un oste che ci accompagna attraverso una festa, presentandoci gli ospiti uno dopo l’altro ma senza attendere che la conversazione si esaurisca, già pronto a condurci dal prossimo personaggio che ci incanterà anche più del precedente.

Insomma, la narrazione e il ritmo sono senza dubbio veloci, ma senza creare confusione o dare l’impressione che qualcosa venga saltato per far spazio ad altro: le storie di tutti i personaggi vengono raccontate a fondo, e con grazia, delineando così dei protagonisti che alla fine del romanzo ho sentito vicini, come fossero miei stessi antenati di cui mi stessero raccontando le vite.

La magia dei Lonsonier

Il paragone poi con un altro autore latino, Gabriel Garcìa Màrquez, sorge quindi spontaneo a chi, e mi conto nel gruppo, ha letto Cent’anni di solitudine, un’altra cronaca familiare densa di personaggi memorabili e ambientazioni uniche, con quel particolare stile onirico che contraddistingue l’autore colombiano.

Nel caso di Bonnefoy, si può dire che in un certo senso sembri l’erede spirituale di Màrquez: anche in questo romanzo Eredità abbondano i personaggi memorabili, ognuno con le proprie stranezze che sopravvivono nella casa di Calle San Domingo a lungo anche dopo il termine della loro vita, e non scarseggiano di certo le atmosfere e gli avvenimenti surreali, da sogno, o in certi casi da incubo, che sembrano seguire la famiglia Lonsonier da quando, nella pancia di una barca carica di migranti sul finire dell’Ottocento, una zingara aveva fatto annusare al patriarca Lonsonier un intruglio, segnando così la sua discesa a Santo Domingo.

L’eredità di Bonnefoy

Eredità mi è piaciuto molto più di quanto pensassi, perché non è facile scrivere una cronaca familiare così appassionante che risulti al tempo stesso leggera e scorrevole, che non appesantisca il lettore ma che al tempo stesso riesca a delineare anime così diverse a tutti i personaggi che le abitano: in questo senso, Miguel Bonnefoy mi ha certamente stupita e catturata, e posso garantire che questo romanzo non sarà l’ultimo che leggerò scritto da lui.

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Arianna Trevisan

Mi presento: sono Arianna, traduttrice per titolo di studi e accanita lettrice per passione. La lettura è per me molto più che uno svago o qualcosa da fare per rilassarmi: sono sempre stata una sognatrice, che nei mondi di carta e inchiostro si perderebbe per non uscirne più, e leggere per me è come respirare, l’unica costante passione della mia vita che mi ha accompagnato dall’infanzia all’età adulta.

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