Il meglio dell’editoria indipendente
È una mattina presto del 1979 nel quartiere Monte Sacro a Roma. La storia delle Edizioni e/o è cominciata da poche settimane, e Sandro Ferri e Sandra Ozzola stanno dormendo abbracciati, immaginando un futuro che nemmeno in sogno è grande come quello che sarà.
Ma intanto, per pagarsi il mutuo, hanno affittato una stanza dell’appartamento a una coppia di pittori russi, e adattato la sala da pranzo a camera matrimoniale: a un metro dal letto c’è il tavolo dove leggono e scelgono i romanzi da pubblicare in Italia, per il momento solo dell’Est Europa.
Il campanello li coglie nel sonno: tre piani più sotto c’è l’editrice della casa francese Flammarion, a cui hanno comprato i diritti del loro primo libro: L’Empire éclaté di Hélène Carrère d’Encausse, un saggio profetico sulle sorti dell’Urss. Vuole incontrare, facendo loro una sorpresa, gli editori che hanno deciso di portare l’opera in Italia ma non può immaginare che, mentre sale l’ascensore, stanno rifacendo il letto in fretta e furia e intuendo che non avranno il tempo per vestirsi. Le aprono in pigiama. Lei si accomoda al tavolo e dice : “Questa non è una casa editrice. È una stanza editrice”.
Per Sandro Ferri, che ha studiato economia e scienze sociali, in quel momento l’editoria è più che altro uno strumento politico, come lo era la libreria aperta pochi anni prima. Sandra invece, laureata in lingue e specializzata in letteratura russa, è affascinata dalle scritture di quella parte del mondo.
Hanno vent’anni e vivono la crisi delle ideologie dell’epoca cercando risposte nelle storie ambientate oltre la cortina di ferro, dove la letteratura diventa atto di denuncia. Vanno a prendersele a mani nude, a volte nella penombra di birrerie fumose alla periferia dell’Europa, dove incontrano scrittori che diventeranno celebrità.
Da Milan Kundera – che a un certo punto dirigerà per la casa editrice la celebre “Collana praghese” – a Bohumil Hrabal, da Leo Perutz a Christa Wolf, da Kazimierz Brandys a Christoph Hein, fino al premio Nobel Svetlana Aleksievič che portano in Italia per primi.
Scommettono su temi che li appassionano, anche se non hanno mercato, e ci mettono poi una cura e un’attenzione al dettaglio, per esempio rivedendo più volte le traduzioni. E così si scontrano con la realtà dell’editoria, dove 7/8 libri su 10 vanno in perdita e con due o tre, se sei fortunato, ti ripaghi i debiti degli altri. Per vent’anni la casa editrice resta in rosso e il mutuo dell’abitazione dove all’inizio lavoravano finiscono per accenderlo tre volte.
“A quel punto ho cambiato atteggiamento” confessa Sandro Ferri. “Ho cominciato a pensare ai libri anche in relazione a quanto avrebbero venduto“. Lo dice con una sincerità che gli è propria, la stessa con cui, al timone della sua casa editrice, ha condotto le Edizioni e/o nel nuovo secolo portandole a un successo planetario che ha pochi casi eguali.
Quando prende quella decisione, lui e la moglie hanno quarant’anni e una figlia di dieci, Eva. Decidono di cambiare anche perché l’esperienza con l’Est Europa si è in qualche modo esaurita, non solo per loro.
Così si rimettono a viaggiare, sotto il segno della cicogna, l’uccello migratore che è da sempre nel logo aziendale. D’altronde e/o sta per est/ovest, per cui viene naturale approdare dall’altra parte del mondo, ma anche lì la ricerca si muove fuori dai sentieri già battuti: portano in Italia, tra gli altri, Thomas Pynchon, Alice Munro (Nobel per la letteratura nel 2013), Joyce Carol Oates, Alice Sebold e il canadese Mordecai Richler.
Capita che li scoprano e li facciano scoprire ai lettori italiani ma poi non abbiano la forza necessaria per trattenerli, vedendoseli soffiare da case editrici più forti economicamente. Un po’ come era accaduto anni prima con Kundera: scrisse loro una lettera per avvisarli che non avrebbe pubblicato con e/o L’insostenibile leggerezza dell’essere. “Uno dei momenti più dolorosi e dei rimpianti più grandi di tutta questa faccenda” racconta Ferri.
Poi però il successo arriva. Arriva grazie a libri lontani in tanti sensi dal punto di partenza della casa editrice, ma che passano sempre attraverso il gusto dei due editori, che non smettono mai di scommettere su storie che amano profondamente o che in qualche maniera li colpiscono. Il noir mediterraneo di Jean-Claude Izzo e Massimo Carlotto, i Caraibi di Pedro Juan Gutiérrez, le trame dei principali vincitori di premi in Francia passando per la pubblicazione de L’eleganza del Riccio di Muriel Barbery, un best-seller da due milioni di copie, fino alla recente esplosione di Valérie Perrin con Cambiare l’acqua ai fiori e ai gialli di Michel Bussi.
Un successo che trova il suo culmine nell’uscita (tra il 2011 e il 2014) della saga napoletana de L’Amica Geniale di Elena Ferrante, l’autrice “misteriosa” che d’improvviso conquista il pianeta ma che pubblica con e/o dall’esordio, sempre nell’anonimato, datato vent’anni prima. Per dire quanta pazienza ci vuole.
«La stessa pazienza con cui abbiamo atteso le puntate di quel manoscritto» racconta l’editore. «Ci consegnò la prima senza avvisarci che mancava tutto il resto e Sandra ed io, che la leggemmo a casa, in poche ore, restammo spiazzati. La seconda arrivò un anno dopo. E dopo un anno la terza e poi la quarta. A quel punto capimmo di avere per le mani qualcosa di speciale».
La quadrilogia de L’amica geniale ha venduto oltre 10 milioni di copie nel mondo.
Al resto sta pensando Eva, che si definisce “la figlia di una casa editrice” più che di due editori, visto che il confine tra la vita e il lavoro è rimasto sottile come in quella stanza. Ha portato la propria freschezza imprenditoriale e letteraria e sembra promettere un futuro a e/o riuscendo nell’impresa, all’apparenza quasi impossibile, di allargarne ancora i confini.
L’apertura a generi quali il distopico e il fantastico (con successi come Fidanzati dell’inverno di Christelle Dabos) e ad autori dell’Estremo Oriente non sono un caso. Soprattutto, e/o da qualche anno ha messo radici lontano da Roma con Europa Editions, una casa editrice con sede a New York e Londra che ha convinto gli americani della qualità della letteratura europea, sostenuta da entusiastiche recensioni sulle pagine del New York Times. Un progetto editoriale eccezionale, incomparabile.
«E sempre orgogliosamente indipendente» aggiunge Sandro Ferri, che conserva lo spirito e la passione con cui ha cominciato. «Non avremmo fatto questo mestiere, non lo faremmo ancora oggi, se non perché ci piace, ci diverte, ci dà la sensazione di fare qualcosa di utile per gli altri». Respira. «Li abbiamo accettati dei compromessi, certo, ma mantenendo una dimensione umana e non smettendo mai di cercare, di essere anticonformisti, di tentare di portare al pubblico delle storie che non siano scontate, che aggiungano qualcosa di nuovo».
Uno stile che si ritrova nella famiglia di collaboratori, alcuni giovanissimi, che hanno oggi intorno a loro, negli uffici dove si lavora con lo stesso entusiasmo con cui i coniugi Ferri accolsero, in pigiama, l’editrice della loro prima opera all’inizio di questa storia. A rileggerla così, d’un fiato, sembra quasi un romanzo.
Massimo Cuomo
Abbiamo chiesto all’editore Sandro Ferri di Edizioni e/o di presentarci i tre romanzi selezionati per la Box 04 (ormai esaurita) dedicata alla loro casa editrice.
Storie, idee, mondi. Sono queste le parole che ci accompagnano da sempre nella scelta dei nostri libri. Dal 1979, anno della fondazione delle Edizioni e/o, abbiamo attraversato più di cinquanta paesi perché crediamo nelle storie e nell’incontro fra le culture.
Per darvi un assaggio del nostro mondo vorremmo proporvi un piccolo viaggio immaginario in compagnia di tre titoli del nostro catalogo e dei rispettivi protagonisti.
Partiamo dalle Hawaii dove leggendo Squali al tempo dei salvatori di Kawai Strong Washburn incontriamo Nainoa, un ragazzo prodigioso, e la sua scombinata famiglia. Con loro esploreremo una terra straordinaria, dove la magia delle antiche divinità protettrici delle isole si scontra con i problemi di una società che ha voltato le spalle alla natura. I ricordi che riportiamo da questa prima tappa sono l’importanza di saper guardare le cose da una prospettiva diversa e un pizzico di realismo magico.
In compagnia di Love after Love di Ingrid Persaud facciamo poi una sosta sull’isola caraibica di Trinidad, dove troviamo ad accoglierci Betty e suo figlio che ci ospitano nella loro casa insieme a Mr. Chetan. Un viaggio alla scoperta dell’importanza della famiglia e dell’amore in tutte le sue sfumature, anche quelle meno convenzionali.
Caldo di Victor Jestin, infine, ci conduce verso l’ultima tappa del nostro percorso: una bollente spiaggia francese nelle Landes. Qui osserviamo da lontano Léonard, un diciassettenne travolto dalle paure, dalla rabbia e dai desideri che assiste impassibile alla morte di Oscar, mentre la calura estiva sembra sciogliere i pensieri. Un tocco di nostalgia per i turbamenti tipici dell’adolescenza è il souvenir che infiliamo nello zaino al termine di quest’ultima lettura, prima di tornare a casa.