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Il meglio dell’editoria indipendente

Cliquot casa editrice indipendente di Roma

Cliquot, riportiamo alla luce le meraviglie letterarie rimaste finora in disparte

27/10/2023
Reading time: 9 minuti
La casa editrice indipendente Cliquot è nata a Roma nel 2015 e pubblica pochi titoli l’anno, in edizioni curatissime per chi, oltre ad amare la buona lettura, apprezza l’oggetto libro o è collezionista. Titoli di repêchage editoriale, selezionati per scalfire la granitica scala di valori imposta dalla produzione editoriale del Novecento.

Intervista pubblicata su blurb! #11 – Marzo 2023

Pochi titoli l’anno, in edizioni curatissime per chi, oltre ad amare la buona lettura, apprezza l’oggetto libro o è collezionista. Titoli di repêchage editoriale, selezionati per scalfire la granitica scala di valori imposta dalla produzione editoriale del Novecento: perché la storia della letteratura è fatta anche di classici ignorati, di creazioni trascurate – per la difficile reperibilità, per la disattenzione degli editori maggiori o per una sensibilità culturale mutata nel tempo – e riscoprire questi libri oggi significa ridare valore a visioni del mondo inconsuete e marginalizzate.

Poco meno di quaranta titoli usciti finora, alcuni soltanto in ebook, in cinque collane.
Il nome Cliquot si ispira a Chevalier Cliquot, mangiatore di spade di inizio Novecento, che si esibiva nei circhi in quelli che venivano definiti sideshow, i riempitivi fra un’attrazione principale e l’altra. L’idea è proprio quella che tutte le meraviglie letterarie che finora sono rimaste in disparte, finalmente andranno sotto la luce dei riflettori.

Cliquot è nata nel 2015 da un’idea di Federico Cenci e, dopo aver assunto varie configurazioni, oggi è composta da tre soci. C’è Federico Cenci, che si occupa prevalentemente della redazione e della parte amministrativa e ufficio diritti, ed è un po’ il frontman della casa editrice. Nelle scelte editoriali è quello spesso più orientato al fantastico.

C’è Paolo Guazzo, che oltre alla redazione gestisce i social e l’ufficio stampa, e cura anche l’immagine della casa editrice nel suo insieme. La piacevolezza di come Cliquot si presenta è merito suo. Nelle scelte editoriali è quello più orientato alle scrittrici italiane e ai libri di grafica e per bambini.

Dulcis in fundo c’è Cristina Barone, che è quella che riesce a dare un’anima raffinata e aggraziata a tutta la parte tecnica (grafica, impaginato, ebook ecc.). In redazione, inoltre, è un po’ il jolly pazzo, e anche le sue scelte editoriali sono spesso inattese e sorprendenti.

Il team di Cliquot, Paolo Guazzo, Cristina Barone e Federico Cenci
Paolo Guazzo, Cristina Barone e Federico Cenci – Cliquot

Per approfondire la conoscenza della casa editrice Cliquot abbiamo parlato con Federico Cenci.

Come selezionate gli autori e i romanzi? Cosa valutate in particolare di un testo?

La ricerca è la croce e delizia del nostro lavoro. Di molti dei nostri autori, prima della pubblicazione non c’era neppure una pagina di Wikipedia, e a volte erano scrittori talmente dimenticati che di loro non si conoscevano neppure le informazioni biografiche di base!
Ci sporchiamo le mani: spulciamo nelle biblioteche e negli archivi, consultiamo vecchi cataloghi, ci facciamo aiutare dai collezionisti, e leggiamo, leggiamo, leggiamo.
Ciò che cerchiamo è soprattutto una cosa: il tempo presente nei libri del passato. Vogliamo libri che parlino al lettore di oggi.

Aneddoti curiosi o simpatici relativi alla vostra esperienza di editori, a qualche romanzo o scrittore?

Abbiamo a che fare quasi esclusivamente con scrittori ormai defunti, ma la cosa magica è che sembra che da lassù siano sempre loro a guidare i nostri passi, a farci scoprire i loro libri o a dirci in che modo devono essere pubblicati.

Carlo H. De’ Medici voleva così tanto che riscoprissimo il suo Gomòria che ce ne ha fatta trovare una rarissima copia originale a poco prezzo su eBay (oggi, dopo la nostra riscoperta del libro, l’originale viaggia a non meno di 6-700 euro!). Brianna Carafa, per Gli angeli personali, ci ha impedito di inserire racconti extra dentro la raccolta al di là di quelli che lei, da viva, aveva immaginato: non riuscivamo a impaginarli!

In che modo vi sentite “diversi” dagli altri editori e cosa vi contraddistingue nel panorama editoriale?

Pensiamo di lavorare bene, ma non è in questo che siamo “diversi”: ci sono vari editori che fanno un lavoro strepitoso (in questo senso, comunque ci sentiamo fra gli “happy few”, e forse questa box ce lo conferma, visto che i nostri editori preferiti sono stati già quasi tutti scelti anche da Romanzi.it).

Quello che ci contraddistingue, forse, è il fatto che se un libro non ci convince al 100%, preferiamo aspettare e cercarne un altro, piuttosto che buttarlo nel calderone comunque. È anche per questo che non riusciamo a fare più di 5-6 titoli nuovi l’anno. Siamo orgogliosi di quello che ha detto una volta di noi lo scrittore Giorgio Ghiotti: «Nel catalogo di Cliquot, un libro potrà piacervi di più o di meno rispetto a un altro, ma davvero: dove cadete cadete bene, perché senz’altro sono tutti di qualità».

Come comunicate e mantenete le relazioni con i lettori (fiere, eventi, social media, e-commerce)?

I social e le fiere sono i nostri canali preferiti. In entrambi i casi (con le fotografie nei social, con gli allestimenti nelle fiere) ci piace dare molta importanza all’estetica, al gusto del bello. Vogliamo instaurare un dialogo con i lettori come noi, quelli a cui piace avere una libreria piena di volumi belli anche da vedere e non solo da leggere. Perché pensiamo che il senso sta anche (o forse soprattutto) nella forma. È per questo che anche i nostri libri sono molto curati, nella qualità dei materiali, nella ricerca grafica dell’impaginato, delle font e così via.

Vi appoggiate a studi/consulenti esterni per alcune fasi della vostra produzione/promozione?

Il lavoro redazionale è svolto tutto in casa editrice, tranne per la lettura delle bozze che talvolta affidiamo (anche) esternamente. Abbiamo un gruppo ormai consolidato di artisti per le illustrazioni e le grafiche di copertina (Maurizio Ceccato, Riccardo Fabiani, Carla Indipendente, Silvia Franchini, Nora), ottimi traduttori e traduttrici (finora Federico Cenci, socio fondatore, che prima di fare l’editore era traduttore professionista, poi Marina Pirulli, Elisabetta Garieri, Lucrezia Pei, Federico Musardo e Daniela Pezzella). Infine per alcuni titoli ci avvaliamo del servizio di alcuni uffici stampa esterni (Serena Talento, Elena Dardano, Costanza Ciminelli).

Avete un rapporto diretto con le librerie o vi appoggiate a un distributore?

Abbiamo deciso, fin dall’inizio, di instaurare rapporti diretti con le librerie indipendenti e di non affidarci alla distribuzione perché il sistema di filiera è malato e il rischio è quello che si instauri un circolo vizioso in cui per sostenere i costi della distribuzione del libro precedente, l’editore è costretto a stampare un nuovo libro (ecco perché ci sono così tante uscite in libreria ogni giorno!).

Noi stiamo cercando di tenerci fuori da tutti questi meccanismi illogici e perversi. Solo che la strada, quando te la devi costruire a colpi di machete, è ben più tosta da percorrere.

Come vedete il futuro dell’editoria e, in particolare, degli editori indipendenti? E il vostro futuro?

Rispondere a questa domanda ci mette sempre un po’ a disagio. Perché è chiaro che il futuro per l’editoria, in generale, non sia roseo. Al di là dei problemi strutturali (come quello della distribuzione, vedi sopra), il punto nodale è che il libro come prodotto non è commercialmente redditizio per un’azienda. Dovrebbe avere un prezzo di copertina almeno tre volte superiore per competere con un qualsiasi altro – anche modesto – settore di mercato! Ci vogliono tantissimi anni di lavoro “gratis” per arrivare a generare una retribuzione congrua e continuativa per chi fa questo mestiere.

Dal canto nostro, siamo ormai in ballo da 8 anni, le cose vanno meglio di mese in mese, la strada è lunga ma speriamo di riuscire, un giorno, ad abbandonare secondi e terzi lavori!

Da chi vi fate ispirare?

I grandi editori ed editor del passato sono tutti, chi più chi meno, dei nostri fari. Bazlen, Calasso, Calvino, Vittorini, Bompiani, Longanesi, Manganelli e così via, tutti ci hanno insegnato qualcosa, nei libri che hanno scritto ma soprattutto nei libri che hanno curato o pubblicato. In casa editrice c’è chi è più “einaudiano” e chi più “adelphiano”, ma i grandi sono sempre grandi.

I tre romanzi della Box 11 dedicata a Cliquot (raccontati dall’editore)

Abbiamo chiesto a Federico Cenci di Cliquot raccontarci il “dietro le quinte” dei tre romanzi selezionati insieme alle librerie per la Box 11 dedicata alla loro casa editrice.

Riso nero – Sherwood Anderson
Ciò che più conta per noi, nella ricerca di un libro da pubblicare, è la modernità del testo, la piacevolezza per il lettore di oggi; vogliamo pubblicare libri freschi, del tutto privi di quella pesantezza che li fa apparire datati. Riso nero è, in questo senso, un perfetto classico senza tempo (Sherwood Anderson grande padre della letteratura americana.) Fu Pavese a portarlo in Italia, traducendolo nel 1932 per Frassinelli, e poi questa traduzione se la sono passata nel tempo tutti gli editori maggiori. E più il tempo passava, più la traduzione invecchiava e si allontanava dal libro, tanto che da oltre vent’anni nessuno ormai la pubblicava più.


Noi abbiamo fatto ritradurre Riso nero (prima nuova traduzione dopo quasi novant’anni!) da una valente professionista (Marina Pirulli), restituendogli quella bellezza e quella freschezza che gli erano proprie e che in lingua originale non aveva mai perduto!

Istituto di bella morte – David Ely
In questo libro – che potremmo definire un thriller fantascientifico, e da cui fu tratto il bellissimo film Operazione diabolica con Rock Hudson – emerge l’anima fantastica di Cliquot. La narrativa dell’immaginario (in tutte le sue etichette, come gotico, fantastico, fantascienza e così via) è sempre stata centrale nel nostro modo di intendere la letteratura (siamo fedeli alla lezione borgesiana!), e nel repêchage di titoli del passato ciò ha anche un significato più profondo perché per tutto il Novecento questi testi “di genere” sono stati guardati con sospetto, considerati indegni della narrativa più alta, e spesso per questo superficialmente e inadeguatamente valutati.

Nel ripubblicarli, stiamo rimettendo in discussione una scala di valori cristallizzata. E quando in redazione ci capita un romanzo come questo, bellissimo, ben scritto, spiazzante, e che fa riflettere, ci viene da chiedere quanti e quali paraocchi c’erano una volta nel mondo editoriale (e ci sono tuttora).

Gli angeli personali – Brianna Carafa
Qua si vede l’amore e la passione che mettiamo nel nostro lavoro, il grande valore aggiunto della piccola editoria. Nella cinquina dello Strega nel 1975 con La vita involontaria, Brianna Carafa era stata colpevolmente dimenticata da tutto il mondo editoriale a seguito della sua scomparsa prematura (nel 1978). Riportandola nelle librerie, in un certo senso le stiamo ridando una nuova vita, perché oltre a ripubblicare le sue opere, stiamo riscoprendo e facendo conoscere anche la sua straordinaria figura di donna e intellettuale.

Gli angeli personali, il secondo libro che pubblichiamo di lei (e non è finita qui…), è una raccolta di racconti che non esisteva prima; grazie all’amicizia nata con la figlia dell’autrice, abbiamo potuto consultare i manoscritti originali, tutte le carte delle scrittrice lasciate in eredità. Brianna aveva un progetto che la morte aveva lasciato in sospeso: quello di raccogliere i suoi racconti più belli sotto il titolo Gli angeli personali. A distanza di oltre quarant’anni, abbiamo realizzato il suo desiderio. Abbiamo aggiunto nel libro anche alcuni delicati disegni dell’autrice, in copertina e all’interno.

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Nicola Piccoli

Appassionato di narrativa, soprattutto americana, saggi storici, cinema, musica e sport. Tra i miei scrittori preferiti Hemingway, Steinbeck, Fante, Carver, Vonnegut, Capote, Ellroy, Richler. Sono cofondatore di Romanzi.it in cui mi occupo di comunicazione e ufficio stampa.

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